όνειρα γλυκά με Angelo Branduardi
"L'ho addormentato nella culla
e l'ho affidato al mare,
che lui si salvi o vada perduto
e mai piω non ritorni da me".
L'hanno detto giω nelle cucine;
la voce ha risalito le scale
e tutta la casa ora lo sa:
ieri notte piangeva un bambino.
L'hanno detto giω nelle cucine
e tutta la casa lo sa
che ieri lei aveva un bambino
e che oggi lei non l'ha piω.
"Adesso alzati e dillo a me,
lo so che avevi un bambino,
tutta la notte ha pianto e perchι
ora tu non l'hai piω con te".
"L'ho addormentato nella culla
e l'ho affidato al mare,
che lui si salvi o vada perduto
e mai piω non ritorni da me".
"Adesso alzati, vieni con me
questa sera andremo in cittΰ,
lava le mani, lavati il viso,
metti l'abito grigio che hai".
L'abito grigio non indossς
per andare quella sera in cittΰ,
vestita di bianco la gente la vide
davanti a se passare.
"La scorsa notte dalla mia padrona
le ho pettinato i capelli
poi mio figlio ho addormentato e
l'ho affidato al mare"...
Non lo sapeva certo mia madre
quando a sθ lei mi stringeva
delle terre che avrei viaggiato,
della sorte che avrei avuta.
"L'ho addormentato nella culla
e l'ho affidato al mare,
che lui si salvi o vada perduto
e mai piω non ritorni da me
